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Capital Group: cosa succederebbe se la Fed non effettuasse tagli quest'anno? - PAROLA AL MERCATO

di Darrell Spence * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 06 giu - All'inizio di quest'anno, molti investitori erano convinti che la Federal Reserve statunitense avesse in programma quattro tagli dei tassi d'interesse entro la fine del 2024. Allora, mi era sembrata una mera illusione. Oggi, data un'inflazione superiore alle attese, penso che sia ancora piu' improbabile.

Credo che, con ogni probabilita', quest'anno non ci sara' alcun taglio dei tassi, ma i mercati dovrebbero riuscire a sopravvivere anche senza. A mio avviso, ci sono tre buoni motivi per mantenere al livello attuale il tasso dei fondi federali per tutto il 2024.

1. L'economia statunitense e' in grado di gestire la situazione L'economia statunitense continua a crescere a un ritmo sostenuto nonostante un forte aumento del tasso dei fondi federali fino all'attuale intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,50%. E' ai massimi degli ultimi 23 anni. Eppure, il Fondo monetario internazionale (FMI) prevede che l'economia statunitense si espandera' quest'anno a un tasso piu' che doppio rispetto ad altri principali Paesi sviluppati. Il FMI ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica degli Stati Uniti al 2,7% su base annua, rispetto allo 0,8% per l'Europa e allo 0,9% per il Giappone.

La resilienza dell'economia statunitense, a fronte di tassi d'interesse molto piu' elevati, e' stata una delle principali sorprese degli ultimi due anni. Non molto tempo fa molti investitori ed economisti pensavano che ci sarebbe stata una recessione. Ora sembra che l'economia statunitense possa crescere a un tasso superiore alle previsioni del FMI, raggiungendo potenzialmente il 3,0% a fronte della continua spesa dei consumatori americani, del mercato del lavoro che rimane rigido e dei produttori che investono in catene di approvvigionamento di nuova diversificazione nell'era post-pandemia.

2. I progressi sull'inflazione sono in stallo Non c'e' dubbio che la battaglia della Fed contro l'inflazione finora ha avuto esiti positivi, ma non e' ancora finita. I prezzi al consumo sono scesi rispetto ai massimi raggiunti a giugno 2022, ma rimangono nettamente al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla Fed. Superare quell'ultimo tratto, dal 3,0% al 2,0%, potrebbe essere la parte piu' difficile del viaggio. E penso che ci vorra' piu' tempo di quanto si aspettassero i funzionari della Fed. In ultima analisi, se la Fed non tagliera' i tassi quest'anno, e' probabile che l'inflazione non diminuisca cosi' rapidamente come previsto dai funzionari delle banche centrali. A mio avviso, questo e' uno scenario probabile.

Gran parte del recente calo dell'inflazione si e' verificato nel settore dei beni di consumo, dove i prezzi sono scesi al ritmo piu' rapido in quasi 20 anni. Non credo che questo sia sostenibile, soprattutto perche' il dollaro statunitense non si sta piu' rafforzando al ritmo osservato lo scorso anno.

Si potrebbe pensare che un'inflazione compresa tra il 2,5% e il 3,0% sia sufficientemente vicina, ma la Fed ha ripetutamente sottolineato l'importanza dell'obiettivo del 2,0%. Nel periodo pre-pandemia, quando il problema erano le pressioni disinflazionistiche, i funzionari della Fed hanno ritenuto che tassi d'inflazione dell'1,5% o dell'1,6% fossero troppo bassi. Pertanto, dovremmo presumere che 40 o 50 punti base al di sopra del target siano troppo alti oggi. Mettendo insieme questi fattori, penso che l'inflazione possa continuare a scendere un po', ma sara' probabilmente un duro lavoro.

* Economista di Capital Group.

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(RADIOCOR) 06-06-24 13:19:04 (0345) 5 NNNN

 


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