Vertice Ue: obiettivo chiudere la partita nomine questa settimana - FOCUS
La bozza di documento strategico, un esercizio ozioso (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 26 giu - Alla vigilia del Consiglio Europeo (domani e venerdi' nella capitale belga) in cui si cerchera' di trovare un accordo sulle massime nomine Ue appare sempre piu' netta la probabilita' che il terzetto concordato da Ppe, Pse e liberali con von der Leyen alla Commissione per un secondo mandato, Costa al Consiglio Europeo e Kallas 'ministra' degli esteri, ottenga la maggioranza dei consensi tra i capi di stato e di governo. Il voto della premier italiana Meloni, del premier ceco Fiala e dell'ungherese Orban, quand'anche dovesse materializzarsi una esplicita opposizione, non e' sufficiente a comporre una minoranza in grado di bloccare una decisione. L'intenzione prevalente e' di chiudere la partita questa settimana: le discussioni saranno lunghe, anche notturne, ma venerdi' si vuole concludere. Sabato si vota in Francia e dal primo luglio la presidenza di turno della Ue passa dal Belgio all'Ungheria.
Per il passaggio in Parlamento persiste un indubbio margine di incertezza essendo il voto degli eurodeputati segreto ed essendo ancora numerosi parlamentari senza partito (diverse decine). Poi ci sono i franchi tiratori, tuttavia e' probabile che l'aumento della frammentazione politica risultata dal voto UE induca a una minore propensione al 'tradimento' della linea dei partiti. In ogni caso, i leader negoziatori di Ppe, Pse e liberali hanno indicato che von der Leyen perseveri nel dialogo con Meloni con il fine di convogliare verso di se' il consenso dei deputati di FdI quando a luglio, nella prima sessione plenaria a Strasburgo, i nuovi eletti dovranno pronunciarsi. Dialogo con la premier italiana in quanto responsabile di governo, non in quanto presidente dell'Ecr, il partito dei Conservatori e riformisti europei. Dunque, non ci sara' un allargamento della maggioranza. Stesso dialogo, peraltro, e' in corso con i Verdi, ma qui la questione e' piu' spinosa perche' i Verdi per sorreggere la maggioranza parlamentare vogliono parole chiare sul Green Deal, dopo che la stessa von der Leyen aveva non poco frenato raccogliendo una forte spinta in tale direzione di molti leader. E c'e' una forte opposizione del Ppe ad 'aprire' ai Verdi.
Il dialogo con l'Italia riguarda la posizione nella nuova Commissione: la richiesta italiana e' una vicepresidenza con 'supervisione' su settori diversi oltre a un portafoglio vero e proprio. Una posizione a misura dell'importanza politica ed economica del paese, si dice. Negli ultimi giorni e' stato fatto circolare il nome del ministro Fitto per un portafoglio che comprenderebbe bilancio, coesione e Pnrr dopo che precedentemente era stato fatto circolare il nome dell'ex diplomatica Belloni, responsabile del dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Si vedra'. La cosa certa e' che von der Leyen chiede a tutti i governi due nomi per il posto a Bruxelles: un uomo e una donna. Un'altra cosa certa e' che se la posizione dell'Italia nelle alte gerarchie comunitarie non storicamente e' delle migliori in rapporto al peso di Germania e Francia nelle amministrazioni (dg, capi di gabinetto e quant'altro), la situazione al massimo livello politico e' indubbiamente diversa: con Prodi presidente (1999-2004) alla concorrenza c'era Monti; nel Barroso 1 (2004-2009) Tajani era ai trasporti e Frattini a giustizia/liberta'/sicurezza; nel Barroso 2 (2010-2014) Tajani all'industria sostituito sul finale ese dall'allora diplomatico Nelli Feroci; con Juncker (2014-2019) Mogherini era alta rappresentante per la politica estera e sicurezza; con von der Leyen (2019-2024) Gentiloni e' all'economia, incarico di effettivo rilievo.
Antonio Pollio Salimbeni - Aps
(RADIOCOR) 26-06-24 11:40:17 (0262)EURO 5 NNNN