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Vertice Ue: obiettivo chiudere la partita nomine questa settimana - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 26 giu - Sulle nomine la partita non e' chiusa, dunque, tuttavia appare abbondantemente impostata. Domani i Ventisette troveranno sul tavolo il progetto di 'agenda strategica': se ne parla da settimane e ora circola una seconda bozza. E' l'ultima prova per il belga Michel, che presiede il Consiglio. Si tratta dei contenuti delle politiche Ue. In teoria dovrebbero essere il grande cappello sotto il quale condurre le trattative per le nomine e scegliere le persone adatte a realizzarli. In queste settimane si e' parlato di nomi, di schieramenti, dei dirompenti effetti politici del voto Ue in Francia (e forse a medio termine in Germania), di tramonto del motore franco-tedesco, di ribaltoni politici negli equilibri europei sognati ma non realizzabili, non si e' parlato del 'che fare' al di la' dei soliti slogan.

Nel documento si trovano ben poche novita' e una salta agli occhi subito: il termine Green Deal non viene mai utilizzato eppure lo si trova centinaia di volte in documenti, pezzi di legislazione, discorsi. Certo viene indicato l'obiettivo di perseguire le transizioni climatica e digitale. Si afferma: 'Rafforzeremo la nostra competitivita' e diventeremo il primo continente a impatto climatico zero, realizzando con successo la transizione climatica e digitale, senza lasciare indietro nessuno'. Come dire: occorre trovare l'equilibrio giusto tra competitivita' e transizione climatica. Vasto programma con tanti diavoli nei dettagli. La sola evocazione del termine Green Deal sembra essere diventata scomoda. D'altra parte ci sono state ultimamente diverse frenate in alcune scelte normative e altre probabilmente ce ne saranno: nel 2026 si dovra' decidere se confermare o meno lo stop ai veicoli nuovi a diesel e benzina dal 2035 e la battaglia e' gia' cominciata.

L'agenda strategica europea indica il punto di partenza nella difesa dei valori europei all'interno dell'Unione (cosa non scontata data la contestazione di alcuni di questi valori da parte dell'Ungheria). Prosegue con questi titoli: essere all'altezza dei nostri valori a livello globale; garantire un'azione esterna coerente e influente; prepararsi per un'Unione piu' grande e piu' forte; perseguire un approccio globale alla migrazione e alla gestione delle frontiere; un'Europa prospera e competitiva; realizzare con successo le transizioni verde e digitale; promuovere un contesto favorevole all'innovazione e alle imprese; avanzare insieme.

Facile sfidare qualcuno a non essere d'accordo.

Si segnala il salto di qualita' dell'azione Ue negli ultimi anni che va nel senso di piu' Europa e non meno, il che segna un po' la fine dell'illusione che ciascuno possa fare da se'.

'Sfide senza precedenti hanno portato l'Unione europea a percorrere nuove strade nella cooperazione e nell'integrazione negli ultimi cinque anni'.

Si parla di 'economie sociali di mercato forti e competitive', di ripresa dello 'spirito imprenditoriale europeo: l'Europa e' un continente di persone che fanno, producono e innovano'. Tra i valori da difendere 'il rispetto dello Stato di diritto, che e' alla base della cooperazione europea, sostenendo i principi di obiettivita', non discriminazione e parita' di trattamento degli Stati membri.

Rafforzeremo la nostra resilienza democratica, anche intensificando il coinvolgimento dei cittadini, rafforzando il discorso democratico, proteggendo i media liberi e pluralistici e la societa' civile'. Si rivendica il ruolo ambizioso della Ue 'come attore globale strategico', ma si rinuncia a ribadire il concetto di 'Unione europea sovrana', che compariva nella prima versione, limitandosi all'obiettivo del 'rafforzamento della nostra sovranita' in settori strategici' per ridurre le dipendenze da catene del valore controllate da altri (Cina in primo luogo). Per questo e' richiesto 'uno sforzo di investimento collettivo rilevante mobilitando fondi pubblici e privati... esplorando opzioni innovative'. Nessuna indicazione specifica, naturalmente.

Il concetto di Europa sovrana non va bene al fronte sovranista, che e' limitato all'interesse nazionale per definizione. Indeterminate le opzioni innovative, tema delicatissimo e divisivo. Sulla difesa viene sfumato l'obiettivo di una 'difesa comune' anche se vi si approssima indicando il rafforzamento dell'interoperabilita' tra le forte armate europee, l'integrazione del mercato dell'industria della Difesa, appalti comuni e progetti di comune interesse. Si punta sulla Bei come catalizzatore finanziario.

Sull'immigrazione risulta piu' risoluta l'indicazione che alla liberta' di movimento 'si accompagna la responsabilita' condivisa di proteggere efficacemente le frontiere esterne della Ue e adempiere agli obblighi comuni. Si tratta di un prerequisito per garantire la sicurezza e sostenere la legge e l'ordine in linea con i nostri principi e valori'. Ci si riferisce alla cooperazione con i paesi di origine e transito dei migranti e alla necessita' di 'considerare nuove strade per prevenire e contrastare l'immigrazione irregolare'.

Difesa strenua del mercato unico e attenzione agli aiuti pubblici alle imprese: 'Garantiremo una politica equilibrata degli aiuti di Stato per preservare l'integrita' del mercato unico e condizioni di parita''. Se chi ha piu' fondi in bilancio li usa per potenziare le imprese nazionali, salta il patto che regge il mercato unico. Infine commercio globale equo e sostegno della 'dimensione sociale del mercato unico in modo che tutti possano cogliere le opportunita' offerte dalle transizioni verde e digitale'. Questo dovrebbe essere un aspetto centrale dell'azione Ue prossima ventura, ma sta in fondo alla lista.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 26-06-24 11:44:09 (0263) 5 NNNN

 


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