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Vertice Ue: dopo ok su nomine von der Leyen alla prova dei voti in Parlamento - FOCUS

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 28 giu - Dopo il via libera alle nomine dei massimi responsabili dei vertici Ue da parte del Consiglio europeo, ora la parola e' al Parlamento. Per la verita' l'unico a non dover passare al vaglio degli eurodeputati e' il socialista portoghese Antonio Costa che dal primo dicembre sara' il presidente del Consiglio europeo. La popolare tedesca Ursula von der Leyen dovra' guadagnare i voti del Parlamento e il voto sulla sua seconda presidenza della Commissione e' previsto il 18 luglio a Strasburgo. Infine Kaja Kallas, liberale estone, che avra' la responsabilita' per la politica estera e di sicurezza: facendo parte della Commissione sara' sottoposta alle audizioni parlamentari come tutti gli altri suoi colleghi.

Sara' solo dopo le audizioni che il Parlamento votera' sull'investitura della nuova Commissione europea in blocco.

Se tutto filera' liscio l'esecutivo Ue dovrebbe entrare in carica il primo novembre.

Adesso tutta l'attenzione si sposta sulla contrattazione fra von der Leyen e i governi sulla composizione della nuova Commissione, cioe' sull'attribuzione dei portafogli. Dal risultato ne emergeranno configurazione e gli equilibri politici nella doppia dimensione peso degli Stati-appartenenza ai partiti di riferimento, laddove i primi risultano determinanti. E l'attenzione si sposta anche sul programma che von der Leyen presentera' tra venti giorni al Parlamento, momento decisivo per ottenere la maggioranza dei consensi. Al Consiglio europeo la maggioranza e' stata schiacciante. La premier italiana Giorgia Meloni si e' astenuta su von der Leyen e ha votato contro Costa e Kallas mentre il premier ungherese Viktor Orban ha votato contro la prima, a favore del secondo e si e' astenuto sulla terza.

Solo due voci dissonanti su 27. Al Parlamento per l'ex ministra della difesa tedesca la situazione e' piu' delicata: sulla carta ha 399 voti di Ppe, S&D (socialisti) e Re (liberali) a fronte di 361 voti necessari, pero' ci sono ancora diverse decine di deputati senza partito o senza gruppo, dando per scontato che quantomeno il grosso di Ecr, partito guidato da Giorgia Meloni, e Id votera' contro.

Tuttavia la posizione che terranno i parlamentari europei di Fratelli d'Italia e' al momento incerta. Meloni ha preso tempo in attesa di ottenere risultati sulla posizione dell'Italia nella nuova Commissione: 'Il tema non e' Ursula von der Leyen, ma quali sono le politiche che vuole portare avanti, su questo non abbiamo risposte'. Von der Leyen ha bisogno di trovare voti oltre il 'recinto' di Ppe, S&D e liberali per essere sicura di passare. Guardera' sia a sinistra (verso i Verdi) sia a destra (verso l'Ecr di Meloni): gioco da equilibrista perche' se si sposta troppo in termini di impegni politici della legislatura verso i primi o verso i secondi rischia di perdere consensi nei tre partiti del 'terzetto' di maggioranza a cominciare dal suo.

'Lavorero' con l'intero Parlamento e con i membri del Parlamento', ha dichiarato alla stampa. Il che vuol dire non ci sara' un accordo con Ecr in quanto gruppo parlamentare, ma con alcuni dei suoi parlamentari (segnatamente i 24 di Fratelli d'Italia) si'. La sua piattaforma e' questa: 'Lavoriamo con chi e' pro Ue, pro Ucraina e pro Stato di diritto, per me e' un diritto importante. Devo convincere una maggioranza, contattero' anche altri' oltre a Ppe, S&D e Renew. Aggiungendo: 'Per me e' molto importante lavorare con l'Italia'.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 28-06-24 08:08:07 (0089) 5 NNNN

 


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