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Vertice Ue: dopo ok su nomine von der Leyen alla prova dei voti in Parlamento - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 28 giu - Poi ci sono gli effetti delle decisioni del Consiglio europeo sulle nomine. In particolare dell'opposizione di Giorgia Meloni al 'pacchetto' Ppe-S&D-Re. La premier si e' astenuta su von der Leyen e ha espresso un voto negativo su Costa e Kallas rivendicando la sua linea come una prova di leadership a difesa delle indicazioni 'dei cittadini' espresse con il voto Ue. Meloni ritiene la proposta del trio Von der Leyen-Costa-Kallas 'sbagliata nel metodo e nel merito' e ha sottolineato che 'non c'e' stata una discussione sul mandato' dei tre esponenti. Va notato che la premier italiana ha concordato con gli altri leader l'agenda strategica della Ue 2024-2029, che costituisce a tutti gli effetti il punto di riferimento per la legislatura, sintetizza la direzione nella quale la Commissione dovra' muoversi.

Difficile dire quali saranno le conseguenze politiche nel breve e nel medio periodo per la politica europea, per le prossimi scelte legislative e regolamentari, per lo stesso assetto Ue. Basti dire che la Francia e' alla vigilia di un voto destinato a cambiare profondamente l'asse politico nazionale con un'influenza diretta sulla Ue. E che la coalizione di governo tedesca e' vieppiu' fragile. Il 'motore' franco-tedesco e' quantomeno imballato. D'altra parte non e' la prima volta che un grande paese vota contro una nomina Ue: e' stato il caso del Regno Unito (premier Cameron) per Jean-Claude Juncker alla Commissione nel 2014 e della stessa Ungheria.

Il cancelliere Olaf Scholz ha respinto le critiche dell'Italia: 'Sono fermamente convinto che sia positivo che i partiti che appartengono alle famiglie populiste di destra non siano parte' del sostegno all'intesa sulle nomine'. Per il presidente francese Emmanuel Macron le tre nomine sono frutto di un accordo che 'rappresenta un equilibrio politico e geografico europeo'.

Quanto alle strategie, il documento europeo non contiene novita' eclatanti: e' un po' un breviario delle indicazioni strategiche gia' abbondantemente delineate e praticate.

Aspirazioni e ambizioni. Qui e la' ci sono passaggi significativi che riflettono lo spirito del tempo su questioni rilevanti. Per esempio ci si vuole 'preparare a un'Unione piu' grande e piu' forte', inevitabilmente piu' integrata e nello stesso tempo si indica che 'in quanto Unione e Stati membri combineremo i nostri punti di forza e le nostre risorse per affrontare i prossimi anni con unita' e determinazione'.

Nessun passo avanti sulla possibilita' di ricorrere a debito comune per finanziare almeno le spese per progetti comuni sulla Difesa oltreche' per la transizione ecologica. In Germania si discute di bilancio 2025 e l'argomento e' scartato. Ci si limita a indicare: 'Miglioreremo l'accesso ai finanziamenti pubblici e privati, esplorando tutte le opzioni, anche attraverso il rafforzamento del ruolo di catalizzatore del Gruppo Banca europea per gli investimenti'.

E ancora, per migliorare la competitivita' 'occorre un considerevole sforzo di investimento collettivo, che mobiliti finanziamenti sia pubblici che privati, anche attraverso la Banca europea per gli investimenti'. Altro impegno: 'Garantiremo un quadro equilibrato ed efficace in materia di aiuti di Stato e concorrenza al fine di preservare l'integrita' del mercato unico e condizioni di parita''.

Sul clima, uno dei punti di convergenza fra due terzi degli europarlamentari Ppe e i gruppi Ecr e Id, viene indicato espressamente che 'nel nostro percorso verso la neutralita' climatica entro il 2050 saremo pragmatici', che la transizione deve essere 'giusta ed equa, con l'obiettivo di rimanere competitivi a livello mondiale e di aumentare la nostra sovranita' energetica'. L'elettrificazione deve essere 'ambiziosa' e fondarsi su 'tutte le soluzioni a zero emissioni nette o a basse emissioni di carbonio, nonche' investimenti nelle reti, nello stoccaggio e nelle interconnessioni'. E' il principio ribadito esplicitamente della neutralita' tecnologica: da li' puo' passare una eventuale flessibilita' sullo stop a nuove auto a benzina e diesel dal 2035. Flessibilita' tutta da decidere, pero'.

Sull'immigrazione ribadita la linea fin qui seguita: proteggere le frontiere esterne della Ue e' 'un prerequisito per garantire la sicurezza e mantenere l'ordine pubblico, nel rispetto dei nostri principi e valori'. E 'prenderemo in considerazione nuovi modi per prevenire e contrastare la migrazione irregolare'.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 28-06-24 08:19:50 (0147) 5 NNNN

 


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