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Vertice Ue: dieci giorni per trovare un accordo sulle nomine - FOCUS

Nulla di fatto tra i 27, ma per Michel 'direzione giusta' (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 18 giu - Ci sono dieci giorni di tempo per trovare l'accordo sulle nomine ai vertici dell'Unione europea, ma la partita non sara' conclusa con il vertice dei capi di stato e di governo del 27-28 giugno nella capitale belga. Chi guidera' la Commissione dovra', infatti, passare al vaglio del Parlamento europeo.

Ieri sera, attorno a mezzanotte, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dichiarato che l'intesa su chi guidera' Commissione, lo stesso Consiglio europeo al suo posto, il 'ministero' degli esteri Ue, non c'era, pero' i Ventisette si trovano 'nella direzione giusta'.

Nessuno avrebbe esplicitamente messo in discussione la scelta di un secondo mandato a von der Leyen alla Commissione, tuttavia sono emerse via via delle complicazioni sia sulle altre nomine che sul metodo seguito dai negoziatori del Ppe e del Pse (il polacco Tusk e il greco Mitstotakis per il primo, il tedesco Scholz e lo spagnolo Sanchez per il secondo). Ritardi, affastellamenti di riunioni bilaterali o a gruppi di leader sono la norma per appuntamenti di questo tipo, sta di fatto che aver bloccato il Consiglio europeo per un paio d'ore ritardandone l'avvio ha evidenziato plasticamente l'isolamento di tre leader: i due premier Ecr, Meloni e il ceco Fiala, l'ungherese Orban. Non l'hanno presa bene. Per quanto una parte consistente del Ppe e dei suoi leader nazionali voglia tenere un dialogo aperto con i Conservatori e Riformisti, per un importante settore di quel partito un accordo con l'Ecr risulta indigeribile. Non a caso il popolare Tusk si e' subito schierato contro ipotesi di accordi con l'Ecr (di cui e' presidente la premier italiana) visto che sia al Consiglio europeo sia in Parlamento non ce ne sarebbe alcun bisogno almeno sulla carta. Dell'Ecr fa parte il partito Diritto e Giustizia, ora all'opposizione in Polonia.

Pubblicamente solo Orban ha esplicitato una posizione estremamente critica: 'La volonta' dei cittadini europei e' stata ignorata a Bruxelles. Il risultato delle elezioni europee e' chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe, invece di ascoltare gli elettori, alla fine si e' alleato con i socialisti e i liberali: hanno fatto un accordo e si sono divisi i posti di comando della Ue'.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 18-06-24 08:17:52 (0149) 5 NNNN

 


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