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Ue: von der Leyen in cerca di voti, equilibrismi per garantirsi la guida della Commissione - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Strasburgo, 16 lug - Ultimamente si sono espressi a favore di von der Leyen i tre deputati del partito civico del premier ceco Fiala e anche i nazionalisti della Nuova alleanza fiamminga (N-VA) indicano che le ultime mosse di von der Leyen vanno nella direzione giusta. Entrambi i partiti fanno parte di Ecr, gruppo che visti i movimenti in corso ha dato agli europarlamentari 'liberta' di voto'. Non a caso. Fino a qualche giorno fa 6 deputati francesi dei Re'publicains e i deputati del partito socialdemocratico sloveno (Ppe) si collocavano pero' sul fronte opposto. I sei liberali irlandesi non voteranno von der Leyen a causa del sostegno a Israele nella guerra in corso a Gaza. Tovera' pero' consensi tra i Verdi che in questi giorni hanno negoziato parti ritenute importanti del documento programmatico von der Leyen e aspirano a partecipare ai processi decisionali Ue arrivando cosi' al paradosso che cinque anni fa votarono contro l'ex ministra tedesca, che lancia in resta apriva la fase radicale del Green Deal, e ora la sosterrebbero (almeno una parte del gruppo) proprio quando e' in corso una frenata targata sempre von der Leyen. Il vantaggio del gruppo dei Verdi e' che tendenzialmente sono un gruppo compatto.

Questa dei Verdi sarebbe la vera novita' politica. Indica una fonte parlamentare che il sostegno a von der Leyen da parte loro si spiegherebbe con la necessita' di 'mantenere la profondita' della frenata sulla rivoluzione industriale ambientalista entro limiti minimi'. Si sceglie il bicchiere mezzo pieno, non il bicchiere mezzo vuoto. Fino a dove si spingera' von der Leyen per godere dell'appoggio dei Verdi si vedra' giovedi' mattina nell'esercizio di equilibrismo che e' atteso sara' il suo documento programmatico. Perche' e' noto che una parte consistente del Ppe, circa due terzi, ha votato ultimamente sui dossier del Green Deal proprio con la destra piu' estrema e sovranista e la piattaforma del partito popolare parla dell'estremismo ambientalista negli stessi termini in cui ne parla quel fronte.

In parte tutto questo e' teatro in parte no. Nei negoziati tra von der Leyen e le parti politiche c'e' spazio anche per la rappresentanza degli Stati nella nuova Commissione e su questo il governo italiano ha indicato pubblicamente di giocare la sua vera partita, persa quella del ribaltone politico degli assetti in Parlamento al momento del voto Ue.

Ci si interroga su come voteranno i deputati di Fratelli d'Italia partendo dal dato di fatto che Meloni al Consiglio europeo si e' astenuta su von der Leyen. L'astensione in parlamento vale di fatto come voto negativo. Un voto diverso da quello della Lega (che votera' contro von der Leyen) potrebbe avere conseguenze interne almeno sull'umore tra gli alleati di governo (scontato che Forza Italia votera' la tedesca). Il voto di FdI viene considerato da alcuni come la cartina di tornasole del movimento del partito di Meloni verso il conservatorismo classico europeo, cosa tutta da dimostrare comunque.

Gioca infine a favore di von der Leyen il contesto politico europeo contraddistinto da prospettive di instabilita' politica in Francia, fragilita' della coalizione tedesca: le due cose insieme implicano il 'motore' franco-tedesco, che e' sempre stato decisivo per la Ue, sostanzialmente imballato, incapace di guidare una fase politica interna e internazionale molto difficile con due guerre in corso (Ucraina e Gaza), uno scontro commerciale aspro con la Cina e forse una seconda amministrazione Trump in arrivo. Il caso Orban, che si muove piu' come un antagonista dell'attuale quadro politico europeo che non come un suo protagonista, e' emblematico. Tale contesto dovrebbe favorire una maggiore fedelta' dei gruppi parlamentari pro von der Leyen, che non e' amata anche per il modo verticistico, autoritario e ambiziosamente competitivo rispetto alle altre istituzioni Ue con cui ha gestito la Commissione, e tuttavia avrebbe il pregio del noto rispetto all'ignoto. Tra l'altro, le crisi multiple a ripetizione (dal Covid alle guerre) hanno esaltato il ruolo della Commissione europea. Si spiega anche cosi' l'inclinazione positiva dei Verdi verso di lei, partito che insieme con i liberali e' stato il grande perdente del voto Ue. E forse si spiega cosi' anche il voto schiacciante a favore di Metsola presidente dell'Europarlamento (votata dalla gran parte degli eurodeputati italiani).

Il voto su von der Leyen, se effettivamente passera' al vaglio parlamentare (in definitiva il voto sara' segreto), conclude la prima parte del calcio di inizio del gioco della nuova legislatura. La seconda parte riguarda la formazione della nuova Commissione e le audizioni dei designati in Parlamento che alla fine si pronuncera' con un voto all'intera Commissione. Le audizioni sono un test non facile e almeno uno o due designati 'saltano', nel senso che vengono bocciati. Una graticola politica che nessuno puo' considerare una strada in discesa. Un altro fattore di cui tenere conto e' che la maggioranza parlamentare che da' il via libera alla presidenza della Commissione e' cosa diversa dalle maggioranze che via via si formano sui testi legislativi, che alla fine sono quelli che concretamente contano per valutare il segno politico di una legislatura. E questo vale anche per il Consiglio europeo da un lato e per i Consigli 'ministeriali' dall'altro lato (sono i co-legislatori di parte governativa).

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 16-07-24 18:12:17 (0650)EURO 5 NNNN

 


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