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Ue: sempre piu' probabile il secondo mandato a von der Leyen - FOCUS

Bocche cucite dei leader europei su mosse dopo il voto (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bari, 13 giu - Non c'e' notizia e neppure una minima traccia di discussioni tra i leader europei sulle mosse post voto a margine del vertice del G7.

La stampa internazionale si trova molto lontana, una sessantina di chilometri, da Borgo Egnazia dove si svolge la riunione dei leader, per cui e' molto difficile intercettare qualcosa e i comunicatori governativi sono aridi di dettagli.

Ci sono solo le immagini televisive delle strette di mano. La premier italiana Giorgia Meloni accoglie via via tutti i leader, e sorrisi se ne vedono pochi tra gli europei. Semmai appaiono fuggevoli. Tuttavia lo scenario probabile che si sta disegnando alla Ue appare abbastanza preciso. Regge ancora quanto era gia' chiaro all'indomani del voto Ue: le 'chance" di un secondo mandato per von der Leyen alla guida della Commissione non sono diminuite, semmai sono aumentate.

E' un fatto che molti media internazionali sottolineano come dei 7 leader solo Meloni possa sentirsi gratificata del maggiore consenso degli elettori, mentre tutti gli altri chi piu' chi meno, chi a rischio di uscita (Biden e Sunak), chi alla prova del voto nazionale anche se restera' presidente a prescindere dal risultato (Macron), chi a malpartito nei sondaggi (Trudeau e Kishida). Tuttavia c'e' un'altra persona che ha vinto con le elezioni europee essendo la candidata di punta del partito popolare a guidare per altri cinque anni la Commissione: e' la stessa von der Leyen. Presiedere la Commissione non e' una funzione tecnica, e' una funzione eminentemente politica.

Al G7 non si parla di Europa, del voto che ne ha certificato la spinta a destra e del dopo voto. Ne' Meloni ne' Macron, Scholz, Michel e von der Leyen (rispettivamente presidenti del Consiglio europeo e della Commissione) forniscono indicazioni sui conciliaboli in corso innanzitutto per il secondo mandato a Bruxelles all'ex ministra della difesa tedesca e poi per le altre due nomine: chi prendera' il posto di Michel e chi avra' la responsabilita' di rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue. Non sono programmati incontri bilaterali i trilaterali: di solito in margine a vertici di questo tipo c'e' la corsa ad annunciarli. Quindi si parla e si negozia sotto traccia.

La debolezza politica dei leader francese per un verso (con le legislative anticipate alle porte) e tedesco per un altro (regge la coalizione Spd-liberali-Verdi, ma e' seriamente a rischio di immobilismo sulle politiche europee) rende improbabile un confronto approfondito e ambizioso su quello che le nomine ai vertici Ue dovrebbero incarnare. Su un altro versante, lo spostamento a destra del quadro politico dell'Europarlamento non ha prodotto numeri per il superamento di una maggioranza perno a tre nel Parlamento: Ppe, S&D, liberali. Semmai nelle ultime ore e' emersa la candidatura dei Verdi ad agganciarsi, a patto della conferma degli impegni del Green Deal. Ipotesi tutta verificare: gia' prima del voto la frenata sul Green Deal era gia' stata certificata da diversi importanti voti sia al Consiglio che all'Europarlamento. Con il beneplacito della Commissione, cioe' di von der Leyen.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 13-06-24 17:33:42 (0532)EURO 5 NNNN

 


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