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Ue: dopo il voto la vera prova per l'Europa e' "l'autonomia strategica' - FOCUS

4 scelte da tenere d'occhio per capire la nuova legislatura (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 7 giu - Sebbene le indicazioni dei tanti sondaggi sul voto Ue siano generalmente convergenti, occorre sempre prudenza a trarre conclusioni affrettate. In ogni caso, non dovrebbero esserci i numeri per un rovesciamento degli schieramenti politici necessari a dare il calcio d'avvio della nuova legislatura in Parlamento, con il voto su chi guidera' la Commissione europea. Una figura che sara' designata dal Consiglio europeo, cioe' dai 27 capi di stato e di governo, forse gia' il 17 giugno o al massimo entro fine mese. Dovrebbero aumentare i voti e i seggi Ecr (partito presieduto da Giorgia Meloni) e Id (di cui fa parte la Lega), tuttavia non in misura tale da scombinare le carte in modo decisivo. Ppe, S&D e Re (liberali) sulla carta potrebbero avere una trentina di voti piu' della maggioranza necessaria. Certo ci sarebbero cento e passa eurodeputati non iscritti ad alcun gruppo e non associati (all'inizio della legislatura), serbatoio di sorprese, dall'orientamento e dal comportamento di voto tutto da verificare.

Mentre tra i Capi di Stato e di Governo la candidatura von der Leyen appare probabile, in Parlamento troverebbe difficolta'. Li' i giochi sono piu' mossi, le defezioni dalla linea del gruppo di appartenenza dietro l'angolo. Interesse di partito e interesse nazionale si declinano in modo diverso nelle due istituzioni: si intrecciano, interagiscono, ma non costituiscono due facce esatte della stessa medaglia. Ne', per sua natura, la maggioranza parlamentare che sosterra' chi guidera' la Commissione deve considerarsi permanente: nel Parlamento europeo le maggioranze si determinano di volta in volta sui singoli temi a seconda degli interessi in gioco. E cio' accade anche in Consiglio.

E' chiaro pero' che il timbro del calcio di inizio e' importante perche' riflette il momento politico, lo 'spirito del tempo' nella Ue condensato nel risultato elettorale e frutto nello stesso tempo del compromesso politico tra i governi attuali dei Paesi dell'Unione. Governi che sono in carica da prima del voto Ue e che per lo piu' resteranno in carica anche a lungo dopo. Una domanda che ci si pone e' se sara' rotta o meno la tradizione che vede Ppe, S&D e liberali spartirsi le cariche delle istituzioni Ue visto che l'Ecr potrebbe sopravanzare i liberali in termini di seggi e che Ecr+Id potrebbero avere gli stessi seggi di S&D. E' un'ipotesi astratta perche' tra i '27' non ci sono i numeri, vista la netta prevalenza di responsabili di governo di Ppe, liberali e S&D.

In attesa del responso delle urne e delle prime mosse successive, non resta che allungare lo sguardo al dopo e fornire qualche indicazione sulle cose alle quali occorre stare attenti per vedere dove andra' l'Europa nei prossimi cinque anni.

In poche parole, la questione di fondo alla quale si intrecciano le principali questioni politiche ed economiche europee riguarda il modo in cui sara' declinata, messa in pratica, l'aspirazione all''autonomia strategica'. Concetto roboante, spesso troppo indeterminato, interpretato peraltro in opposte visioni. Richiama almeno quattro grandi temi cui quali la Ue non riesce a fare la differenza e invece dovrebbe farla a beneficio di tutti, in parte ha fallito lo scopo. Il primo ha a che fare con la guerra in Ucraina e la difesa/sicurezza dell'Unione: passi avanti nella difesa comune, dalla produzione di strumenti (armi) a una stretta cooperazione nelle scelte e nella cooperazione militari saranno decisivi per la stabilita' continentale. Per quanto importante sia, e lo e' effettivamente, il lato economico-finanziario, senza una politica estera comune in grado di far pesare la Ue nella definizione di un nuovo sistema globale di sicurezza collettiva e di cooperazione, gli appalti comuni per acquistare e produrre armamenti difensivi non risolveranno granche'. La stabilita' geopolitica e' un elemento centrale per la crescita economica, i flussi commerciali, l'andamento dei prezzi. Non a caso l'instabilita' geopolitica e' il fattore centrale di incertezza sulle prospettive dell'attivita' su scala globale.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 07-06-24 16:02:12 (0457)EURO 5 NNNN

 


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