Ue: domani voto su von der Leyen, maggioranza piu' sicura con sostegno Verdi - FOCUS -3-
Ruolo vicepresidenze dipende abbandono verticismo presidente (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Strasburgo, 17 lug - E' con la Commissione Juncker (2014-2019) che viene introdotta la funzione di primo vicepresidente: e' stato Frans Timmermans, laburista olandese responsabile della sburocratizzazione ('better regulation') seguito dagli altri (oltre a Mogherini vicepresidente d'ufficio secondo il Trattato) non nella stessa posizione: Sefcovic all'energia, il popolare lettone Valdis Dombrovskis all'euro e ai mercati finanziari, Katainen alla crescita e competitivita'. Ed e' con von der Leyen che viene fatta una effettiva distinzione tra i vicepresidenti: fino a meta' 2023 Timmermans e' il primo vicepresidente responsabile del Green Deal. Non viene sostituito. Sempre alto rappresentante a parte (il socialista spagnolo Josep Borrell), i vicepresidenti esecutivi erano la liberale danese Margrethe Vestager responsabile della concorrenza e contemporaneamente dell'agenda digitale; Dombrovskis all'economia 'delle persone' e all'euro con il portafoglio del commercio; Sefcovic alle strategie Ue nell'ambito del Green Deal/energia. Poi la schiera piu' ampia di vicepresidenti 'semplici': la liberale ceca Vera Jourova (valori Ue), la popolare croata Vera Suica (democrazia/demografia), il popolare greco Margaritis Schinas (stile di vita europeo).
E' paradossale che von der Leyen abbia costruito una tale articolazione e poi la sua Commissione si sia contraddistinta per verticismo semi assolutista, una competizione anche personale non solo di ruolo rispetto ad altri commissari politicamente influenti dato il loro portafoglio e anche rispetto al Consiglio europeo (nota la 'guerra' di immagine e di ruolo con il presidente Charles Michel e viceversa). Sta di fatto che i vicepresidenti che contano sono quelli con funzioni esecutive: conta quante piu' direzioni generali controllano. Quanta maggiore influenza puo' essere esercitata sui dossier di cui altri commissari hanno una competenza specifica. Per esempio nel caso degli affari economici per le procedure sui deficit c'e' la firma sia di Dombrovskis sia di Gentiloni, cui non e' attribuita una vicepresidenza, il cui ruolo e' stato non meno influente rispetto al primo. Ne' si puo' dire che il francese Thierry Breton, titolare di mercato interno, industria, sovranita' tecnologica, investimenti difesa, spazio, nemmeno vicepresidente 'semplice', non abbia esercitato influenza politiche ai vertici comunitari anche se sull'agenda digitale deve agire in solido con Vestager.
La rivendicazione di una vicepresidenza esecutiva da parte dell'Italia acquista valore non in quanto fattore di riparazione per il passato, problema che non esiste, ma in quanto la ripartizione delle vicepresidenze riflettera' la composizione della maggioranza politica che in Parlamento vota chi guidera' la Commissione e non solo il peso specifico del paese (che nel caso dell'Italia e' elevato di per se'). A tale dimensione politico-simbolica della questione se ne aggiunge una sostanziale: quale sara' il potere effettivo delle vicepresidenze esecutive, la loro influenza sulle direzioni generali e di fatto sull'attivita' di altri commissari? Varie fonti europee indicano che von der Leyen potrebbe avere (almeno provare ad avere) una gestione 'piu' inclusiva' della Commissione come non e' stato negli ultimi cinque anni. Possibilita' che potrebbe essere favorita dall'incertezza sulla stabilita' politica francese, sulla fragilita' della coalizione di governo in Germania, ma anche dal ruolo sempre piu' rilevante della Polonia con il governo Tusk e non per ultimo dalla solidita' della coalizione che governa l'Italia.
Aps
(RADIOCOR) 17-07-24 18:32:31 (0608) 5 NNNN