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Ue: a destra del Ppe si rimescolano le carte, appesi al voto francese - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 1 lug - Nutriranno queste grandi e micro manovre di gruppi piu' ristretti di eurodeputati in cerca di un gruppo quella svolta cercata ma non trovata nelle urne? Certo, i parlamentari non allineati sono in tutto ben 87 e la frammentazione non gioca a favore di previsioni affidabili tanto piu' che in aula il voto sara' segreto. Altro interrogativo: che effetto avrebbe la vittoria del Rn in Francia con una successiva coabitazione tra una presidenza liberal-democratica (Macron) e un governo a egida lepenista, sul voto del Parlamento europeo sul secondo mandato a von der Leyen? Al di la' degli spostamenti interni allo schieramento alla destra del partito popolare, dell'associazione di qualche decina di parlamentari senza gruppo, e' bene ricordare che sulla carta Ppe, S&D e Re (liberali) hanno la maggioranza per far passare von der Leyen: 399 voti su 361 necessari. In queste ore non sono pochi a ritenere che l'acuirsi della polarizzazione sul voto parlamentare, riflesso dell'importanza della posta politica in palio sulla direzione di marcia della Ue, potrebbe aumentare il grado di fedelta' dei parlamentari dei tre gruppi alla linea scelta, non il contrario.

Si scommette sulla possibilita' di evitare quanto occorso cinque anni fa quando i 'franchi tiratori' contro von der Leyen furono molte decine e lei stessa si 'salvo'' per nove voti. La presidente della Commissione continua a lavorare sotto traccia per aggiudicarsi voti sparsi, sia a destra - i deputati di Fratelli d'Italia - sia a sinistra - i Verdi, per mettere in sicurezza la propria elezione. Voti sparsi all'interno dei gruppi, non accordo politico con questi ultimi che se si realizzasse a destra con l'Ecr farebbe uscire socialisti e liberali dallo schema concordato dai Ventisette probabilmente spaccando i popolari; se si realizzasse con i Verdi non ci starebbe una gran parte dei popolari.

La presidente della Commissione, lavora su due binari. Il primo e' quello della formazione del nuovo esecutivo, il secondo e' quello del programma che presentera' a Strasburgo.

Entrambi costituiscono un 'puzzle' complicato. Per quanto riguarda la nuova Commissione i giochi sono gia' cominciati: alcuni Paesi hanno gia' indicato il loro 'campione', e' il caso di Spagna, Slovacchia, Irlanda e pure la Francia. Macron ha indicato di nuovo Thierry Breton cercando di portarsi avanti rispetto all'eventualita' di dover contrattare la scelta con un capo di governo lepenista. L'Italia ha ribadito l'obiettivo di ottenere un 'portafoglio importante e una vicepresidenza, cosa che non e' solo un fatto simbolico ma politico", ha ribadito il ministro degli esteri Antonio Tajani. Continuano a non essere specificati ne' il portafoglio ne' la vicepresidenza correlata. A parte il fatto che l'Italia negli ultimi 25 anni ha tendenzialmente sempre 'avuto' per il suo peso oggettivo portafogli rilevanti, non e' chiara quale sara' la struttura della nuova Commissione: certamente la 'von der Leyen 1' e' stata caratterizzata da una presidenza particolarmente accentratrice e verticista. Si vedra'.

Per quanto riguarda il programma non ci sono indicazioni precise: von der Leyen parte dalle paginette concordate dal Consiglio europeo sull''agenda strategica', che in realta' non forniscono indicazioni precise sul merito delle scelte europee di medio periodo, al di la' della conferma di quanto gia' acquisito fino a questo momento. Per cementare il consenso degli uni e/o degli altri al di fuori del perimetro Ppe-S&D-Re, dovra' agire da vera equilibrista.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 01-07-24 18:18:47 (0571) 5 NNNN

 


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