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Turchia: valuta tassa su carte di credito per finanziare industria difesa

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 ott - La Turchia sta valutando l'introduzione di una tassa sulle carte di credito per sostenere l'industria della difesa, con l'obiettivo di potenziare le sue "capacita' di deterrenza" di fronte a quella che viene definita come una minaccia da parte di Israele. A una conferenza di oggi sull'"avvenire della Palestina" ad Ankara, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che "un pericolo si sta avvicinando al nostro Paese". Il ministro delle Finanze Mehmet Simsek, che ha difeso la proposta della nuova imposta, ha spiegato nel suo discorso: "L'obiettivo e' chiaro: il nostro Paese non ha altra scelta che rafforzare la sua capacita' di dissuasione.

Ci troviamo in una regione in fiamme e in guerra proprio in questo momento. Viviamo in un ambiente pericoloso". Secondo il ministro, le risorse raccolte verranno destinate interamente al settore della Difesa e "non si tratta di un'iniziativa per ridurre il deficit di bilancio".

Il settore turco degli armamenti, noto per i droni Bayraktar, rappresenta circa l'80% delle esportazioni del Paese e ha generato 10,2 miliardi di dollari nel 2023. La proposta di legge prevede una tassa di 750 lire turche (circa 20 euro) su carte di credito con un limite superiore a 100mila lire turche (circa 2.700 euro), indipendentemente dall'importo speso. La misura ha causato un'ondata di richieste dei clienti alle banche per abbassare i loro limiti di credito, il che potrebbe portare il Parlamento a rivedere il testo, come ha ammesso lo stesso Simsek.

Il gruppo delle industrie della Difesa, che dipende direttamente dalla presidenza turca, starebbe anche considerando la costruzione di un sistema di difesa anti-missile simile a quello che protegge Israele. Il budget destinato alle industrie della difesa e' passato da 90 miliardi di lire nel 2023 a 165 miliardi nel 2024, e secondo il ministro "forse sara' necessario raddoppiarlo ancora".

Secondo Deniz Yucel, leader dell'opposizione, l'Akp sta cercando di creare una "minaccia esterna" con il pretesto che "Israele potrebbe attaccarci" per nascondere la crisi economica che ha causato. "Le persone per strada sono in difficolta' come se ci fosse un'economia di guerra", ha denunciato. La Turchia sta affrontando un'inflazione a due cifre, scesa il mese scorso sotto il 50% su base annua, dopo aver superato l'85% nell'ottobre 2022.

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(RADIOCOR) 15-10-24 14:45:52 (0508) 5 NNNN

 


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