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Nato: stretta sul sostegno a Kiev, il vertice un test per la tenuta di Biden -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 9 lug - La stretta sul sostegno finanziario e militare a Kiev si concretizza nella garanzia che i vari governi raggiungeranno il livello di aiuti assicurato dall'inizio dell'invasione. Potrebbe arrivare a circa 43 miliardi di dollari. L'obiettivo e' mettere al riparo gli impegni da un cambio della guardia alla Casa Bianca con un possibile ritorno di Donald Trump dopo il 4 novembre. E anche al riparo da possibili riluttanze tra gli europei, come dimostra il caso dell'Ungheria che, per esempio, ha ottenuto di essere esentata dagli obblighi di solidarieta' con Kiev assicurando pero' che non blocchera' decisioni dell'Alleanza atlantica su tale materie. In sostanza, Budapest non sara' costretta a partecipare alle attivita' della Nato legate alla guerra in Ucraina ne' con fondi ne' con personale. Il fatto che in Francia non abbia prevalso Ressemblement National ha per ora allontanato la prospettiva che a breve possa cambiare la spinta francese al pieno sostegno a Kiev, tuttavia le prospettive politiche del paese sono oltremodo incerte data la frammentazione politica della sinistra e le differenti posizioni sul sostegno all'Ucraina.

Un alto funzionario della Casa Bianca parlando con la stampa ha indicato che gli annunci al termine del vertice Nato, che celebrera' i 75 anni dalla fondazione, l'ingresso di Finlandia e Svezia e pure il cambio della guida dell'Alleanza (che passera' all'ex premier Mark Rutte dal primo ottobre), saranno 'significativi' e includeranno 'nuovi passi' per rafforzare la difesa aerea ucraina. Passi che dovrebbero essere suggellati con l'incontro con il presidente Zelensky e gli oltre venti paesi che hanno firmato accordi di sicurezza bilaterali con lui.

In qualche modo la celebrazione del 75 della Nato e' quasi tenuta sotto ostaggio dall'incertezza sull'evoluzione politica americana: mentre qui si celebra, nell'aria restano le minacce di Trump che ha detto in piu' occasioni che in caso si attacco non difenderebbe i paesi Ue che non spendono per la difesa almeno il 2% del pil nazionale. La divaricazione tra l'approccio vigente nella Nato e quello soggiacente la minaccia di Trump non potrebbe essere piu' netta: la visione dell'ex presidente Usa non include il concetto di sicurezza collettiva, ognuno la propria sicurezza deve pagarsela.

In questi giorni la Casa Bianca ha rimesso in fila i numeri rivendicando a Biden il merito dei progressi sui finanziamenti per cementare la narrativa sulla sua leadership globale: all'inizio del suo mandato solo 9 membri Nato spendevano almeno il 2% del loro pil nella difesa, attualmente 23 sono pari o superiori al livello minimo del 2% del pil, piu' del doppio rispetto al 2021, quasi otto volte superiore a quando gli alleati stabilirono per la prima volta il parametro del 2% dieci anni fa. E la spesa cumulata per la difesa degli alleati europei sta superando collettivamente per la prima volta la soglia del 2%. Pero' sette paesi europei piu' il Canada non centreranno quest'anno l'obiettivo (l'Italia quest'anno spendera' l'1,46% del pil).

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 09-07-24 19:17:13 (0634) 5 NNNN

 


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