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Moda: McKinsey, aziende dovranno rivedere strategie di approvvigionamento -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 08 giu - Lo studio ha evidenziato che quando la domanda dei consumatori e' calata nell'ultimo anno, i rivenditori e i venditori all'ingrosso si sono ritrovati con un massiccio eccesso di scorte, mentre i fornitori hanno dovuto affrontare cancellazioni di ordini.

McKinsey, come ha evidenziato nel report 'The State of Fashion', rileva che quest'anno il settore potrebbe registrare l'impatto massimo dovuto ai cambiamenti della domanda. Da evidenziare che in sette dei maggiori Paesi esportatori di tessuti al mondo, il valore delle esportazioni di filati e' calato di circa l'11% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Questa volatilita' si e' tradotta in scarse esportazioni di tessuti e in un eccesso di capacita' produttiva, con un utilizzo delle fabbriche che e' sceso dal 100% nel 2021 al 60-70% nel 2023.

Il report ha rivelato che per meta' degli intervistati, l'efficienza dei processi end-to-end rappresenta oggi una priorita' nell'ambito dell'approvvigionamento, guadagnando attenzione rispetto agli anni passati (nel 2019 era al quarto posto). Al tempo stesso quasi il 70% degli intervistati prevede di migliorare i costi di sourcing nel breve termine, il che ha portato a riflessioni su come migliorare la competitivita' e ottenere una crescita duratura. Alcune aziende, per affrontare le nuove sfide, hanno combinato dati e intelligenza artificiale in modo da realizzare pratiche di approvvigionamento piu' competitive e strategie di negoziazione ed esecuzione migliori. Cio' ha permesso loro di ridurre i costi in modo sostanziale, snellire le operazioni e rafforzare le relazioni con i fornitori. Ad esempio, un'azienda statunitense leader nel settore dell'abbigliamento sportivo, ha utilizzato soluzioni digitali e basate sui dati per esaminare la ripartizione dei costi dei prodotti, identificare le opportunita' di migliorare i costi unitari dei tessuti e il consumo di materiali e ridurre i costi delle calzature e dell'abbigliamento. Cosi' facendo ha avviato un processo di sourcing piu' competitivo.

Lo studio ha inoltre posto l'attenzione sul fatto che i marchi devono affrontare la complessa sfida di riequilibrare il proprio assetto di approvvigionamento globale, alla luce delle instabilita' geopolitiche. In primo luogo, le aziende cercano di evitare un'eccessiva dipendenza da un'unica area geografica. In secondo luogo, i marchi puntano al 'nearshoring', ossia approvvigionamento piu' vicino per migliorare velocita', costi e agilita'. Localizzando la produzione piu' vicino ai mercati di consumo, possono ridurre i tempi di consegna e i costi di spedizione e importazione, reagendo piu' rapidamente alle nuove tendenze e riducendo le scorte. Ad esempio, le aziende di abbigliamento e calzature che cercano di diversificare la propria base di fornitura preferiscono i Paesi del Sud-Est asiatico. La regione rappresenta attualmente il 33% del valore totale degli approvvigionamenti in tutte le aree geografiche, una cifra destinata ad aumentare nei prossimi cinque anni. Man mano che i marchi ricalibrano la propria presenza, il Bangladesh, l'India e il Vietnam rappresenteranno i punti nevralgici e non a caso oltre il 40% degli intervistati prevede di aumentare l'approvvigionamento in questi mercati.

Nonostante gli sforzi in corso, la ridistribuzione degli approvvigionamenti e' stata piu' lenta del previsto a causa dei vincoli di capacita'. La Cina rimane uno dei maggiori produttori globali di abbigliamento: nel 2023, rappresentava il 28% e il 21% del totale delle importazioni di abbigliamento in termini di valore rispettivamente nell'Unione Europea e negli Stati Uniti.

I brand dovranno anche rivedere le relazioni strategiche con produttori e fornitori, ponendo l'accento su partnership strategiche a lungo termine per migliorare la pianificazione della domanda e della produzione, la resilienza e l'efficienza. Ed ancora un punto cruciale sara' l'attenzione alla sostenibilita', con i marchi che stanno raddoppiando gli sforzi di compliance, man mano che emerge un maggior numero di normative in termini ESG. La riduzione delle emissioni nell'abbigliamento richiedera' probabilmente una stretta collaborazione con i produttori e i fornitori a monte, in aree come la produzione, la preparazione e la lavorazione di materiali ad alta intensita' energetica, che rappresentano il 70% delle emissioni per i produttori di abbigliamento.

Infine le aziende punteranno sulla digitalizzazione. I marchi hanno accelerato l'integrazione dell'innovazione digitale in aree come la progettazione dei prodotti e l'efficienza dei costi di spedizione-logistica: ad esempio, oltre l'80% delle aziende utilizza la modellazione 3D e la campionatura digitale. Grazie agli strumenti digitali e analitici, gli attori della catena del valore possono non solo migliorare le proprie prestazioni operative (ad esempio, nello sviluppo dei prodotti, definendo soluzioni a basso costo che mantengano la qualita'), ma anche utilizzare la trasparenza dei dati per supportare il processo decisionale fact-based.

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(RADIOCOR) 08-06-24 12:11:19 (0216) 5 NNNN

 


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