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GAM: gli emergenti cavalcano l'onda - PAROLA AL MERCATO

di Mike Biggs * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 30 giu - Nella seconda meta' del 2023, l'inflazione statunitense e' risultata ampiamente inferiore alle aspettative e i mercati hanno prontamente prezzato tagli aggressivi dei tassi. Un po' troppo in fretta, come si e' visto. All'inizio di gennaio, i mercati hanno iniziato a fare marcia indietro sui sei o sette tagli dei tassi che erano stati prezzati. Con la ripresa inaspettata dell'inflazione, i titoli del Tesoro USA sono stati venduti, con un effetto a catena sugli asset piu' rischiosi, comprese le obbligazioni EM. All'inizio di giugno, i mercati prevedevano solo uno o due tagli da parte della Federal Reserve nel 2024. Questo drastico cambiamento delle aspettative si e' basato in gran parte sulla premessa che l'inflazione persistente e' destinata a rimanere. Riteniamo che il consenso si sia spostato troppo in la'.

L'eccessivo pessimismo sull'inflazione potrebbe essere un'opportunita' Il mercato ha sbagliato a prezzare tagli aggressivi dei tassi in passato e riteniamo che abbia sbagliato ancora una volta a escludere tutti i tagli, tranne uno, per il 2024. A nostro avviso, la tendenza di fondo al calo dell'inflazione rimane intatta e i fattori alla base dell'ultima ripresa potrebbero rivelarsi temporanei. Nel nostro scenario, un'inflazione piu' contenuta nella seconda meta' del 2024 consentirebbe alle banche centrali di rimettere sul tavolo tassi di interesse significativamente piu' bassi fino alla fine dell'anno, sostenendo cosi' gli asset basati sul rischio, come le obbligazioni EM. Inflazione: meno 'appiccicosa' se si guarda oltre i titoli dei giornali.

I dati piu' solidi sull'inflazione registrati nel secondo trimestre, soprattutto per quanto riguarda l'inflazione dei servizi, hanno destato preoccupazione in alcuni investitori.

Tuttavia, a nostro avviso, la stabilizzazione dell'inflazione dei servizi non e' tanto un indicatore di un surriscaldamento dell'economia, ma riflette piuttosto l'effetto di ritardo dovuto al fatto che servizi come l'assicurazione auto e i costi della telefonia mobile sono soggetti a ritardi normativi e contrattuali. Le misure private degli affitti delle abitazioni mostrano gia' un calo dell'inflazione, e ci aspettiamo che l'inflazione degli affitti nell'IPC lo segua nel tempo. Nel mercato del lavoro statunitense, l'andamento piu' contenuto del tasso di abbandono dei posti di lavoro e delle intenzioni di assunzione suggerisce un raffreddamento delle pressioni salariali.

Nonostante la possibilita' di un'eccezione, ci aspettiamo che ci siano le condizioni per un rallentamento sul numero di libro paga nella seconda meta' del 2024. Nel frattempo, con l'inflazione dei beni che sta gia' diventando negativa e l'inflazione dei servizi destinata a passare da una fase di stabilizzazione a una di declino, ci aspettiamo che l'inflazione si raffreddi piu' di quanto previsto dal mercato nella seconda meta' del 2024. Nei Paesi emergenti abbiamo assistito a un calo dei prezzi del petrolio e dei fertilizzanti, che ha aiutato l'inflazione a tornare ai livelli del 2013-2018. Ricordiamo che non molto tempo fa tutti si preoccupavano che l'ultimo miglio del percorso dell'inflazione fosse il piu' difficile; negli EM, ne stiamo vedendo ben poche prove. In effetti, negli ultimi 10 anni lo spread medio dell'inflazione EM rispetto a quella USA e' stato dell'1,75% - ora lo spread e' solo dello 0,35%, a testimonianza di quanto gli EM abbiano fatto bene sul fronte dell'inflazione negli ultimi tempi.

* Investment Manager, Emerging Markets Fixed Income di GAM.

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(RADIOCOR) 30-06-24 15:18:05 (0336) 5 NNNN

 


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