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FVS: Cina, conseguenze della frenata su Ue e Usa - PAROLA AL MERCATO

di Bert Flossbach* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 ott - Dopo l'annuncio della PBoC di una riduzione dei tassi e bassi coefficienti di riserva minima per le banche, il Politburo di Xi Jinping ha poi chiesto 'vigore' nell'attuazione di tali misure, soprattutto per arrestare il declino dell'importante mercato immobiliare.

L'annuncio del Politburo e' stato insolitamente chiaro: 'Saranno compiuti sforzi per stabilizzare il mercato immobiliare e arrestarne il declino'. E' la prima volta dall'inizio della crisi immobiliare che la struttura di potere di Pechino definisce esplicitamente la ripresa del mercato immobiliare come obiettivo per arrestare la flessione della seconda maggiore economia del mondo. La riunione del Politburo si e' conclusa con la promessa di impegnarsi per raggiungere gli obiettivi economici annuali del Paese, scatenando fuochi d'artificio nel mercato azionario cinese, che rischiano pero' di rivelarsi un fuoco di paglia. Per gli investitori azionari, negli ultimi 20 anni la Cina e' stata un triste esempio di come la crescita economica non si traduca in modo proporzionale in performance di borsa in mancanza di importanti condizioni di contesto, come la corporate governance.

Con un PIL di 18.000 miliardi di dollari, l'economia cinese e' oggi circa quattro volte piu' grande di quella tedesca e due terzi di quella statunitense, ma la crescita ha iniziato a incrinarsi. E' lecito chiedersi se il governo riuscira' a invertire la rotta nel lungo periodo, poiche' i problemi strutturali dell'economia non si risolverebbero nemmeno se il crollo dei prezzi nel mercato immobiliare dovesse terminare.

La mancanza di sicurezza sociale in eta' avanzata ha portato a un alto tasso di risparmio, che ora viene sempre piu' incanalato nel pagamento dei prestiti immobiliari. I consumi privati cinesi rappresentano solo il 40% del PIL, a fronte del quasi 70% negli Stati Uniti e 53% nella zona euro. A cio' si aggiunge il tasso di disoccupazione giovanile relativamente alto, pari al 18,8%, e la crescente disillusione di molti laureati che hanno difficolta' a trovare un lavoro.

La fiducia dei consumatori non si e' ripresa dal Covid, inoltre gran parte della crescita cinese e' finanziata dal debito (290% rispetto al PIL). Molti investimenti statali sono stati convogliati in progetti non redditizi. Poiche' anche i consumi non sono in grado di colmare il divario di crescita nel lungo periodo, l'unica opzione rimasta e' quella delle esportazioni, che pero' l'anno scorso hanno rappresentato il 19% della produzione economica cinese, rispetto a oltre il 30% degli anni precedenti alla crisi finanziaria. Anche il settore delle costruzioni (20% del PIL durante il boom immobiliare) difficilmente riacquistera' la forza di un tempo, dal momento che le misure del governo includono la limitazione dei nuovi progetti edilizi.

Tuttavia, una minore attivita' edilizia significa anche un minore output economico.

Un'altra sfida a lungo termine e' il calo demografico. L'anno scorso e' stato registrato il nuovo minimo nel tasso di natalita' di nove milioni di nascite (6,4 per 1.000 abitanti), mentre il tasso di mortalita' ha raggiunto il livello piu' alto dal 1974, con 7,9. Il numero di nascite nel 2023 e' stato quindi inferiore di ben due milioni al numero di decessi. Il tasso di fertilita' (il numero medio di nuovi nati per donna) si aggira intorno all'1,1 a livello nazionale e addirittura sotto l'1,0 in metropoli come Shanghai e Pechino. Per mantenere la popolazione (escludendo l'immigrazione) e' necessaria una cifra di 2,1.

*co-fondatore di Flossbach von Storch.

Red-

(RADIOCOR) 14-10-24 11:50:55 (0258) 5 NNNN

 


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