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Francia: Barnier, il grande mediatore e la 'mission impossible' dell'unita' nazionale - FOCUS

Per il nuovo inquilino di Matignon anche la sfida dei conti (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 5 set - Sara' dunque il 73enne Michel Barnier il prossimo inquilino di Matignon.

Questa la scelta finale del presidente Emmanuel Macron a quasi 60 giorni dalle elezioni anticipate di luglio, che hanno precipitato la Francia nell'impasse politica in assenza di una maggioranza parlamentare. Barnier sara' il primo ministro piu' anziano della V Repubblica e prendera' il posto del piu' giovane, il 35enne Gabriel Attal, che ha mantenuto l'incarico per soli 7 mesi e 27 giorni. A Parigi ci si interroga gia' se Barnier potra' durare piu' a lungo, visto il rischio di una mozione di 'censura', cioe' di sfiducia nei suoi confronti, che gia' plana dalla sinistra con l'accusa di 'elezioni rubate'. Barnier ha il compito di formare un governo che dribbli questo rischio per porre fine alla piu' lunga crisi politica che la Francia ha conosciuto dal 1958.

Eletto deputato nel 1978, dal 1993 piu' volte ministro sotto le presidenze Chirac e Sarkozy e poi Commissario Ue, dal dicembre 2016 al marzo 2021 ha ricoperto la carica di capo negoziatore europeo per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. E' stato anche candidato alle primarie del suo partito di destra-centro, Les Republicains, per le elezioni presidenziali del 2022, ma gli fu preferita Valerie Precresse, che poi non supero' il primo turno. A lui tocca la 'mission impossible' di 'costruire un governo di unita' al servizio del Paese e dei francesi', visto che finora dalle consultazioni non si e' palesata alcuna coalizione. Barnier e' considerato un buon mediatore, come dimostra il suo incarico sulla Brexit ed e' un navigato politico della vecchia guardia, forse piu' rassicurante dei giovani 'leoni' che animano la scena politica francese. Viene dalla destra pro-Ue ed e' considerato 'Macron-compatible', qualita' non frequente tra i politici d'Oltralpe. Il presidente aveva definito due criteri per la scelta del premier: la sua 'non censurabilita'', ovvero la capacita' di evitare un voto di sfiducia immediato da parte dell'Assemblea Nazionale e la capacita' di formare una 'coalitation', neologismo che riunisce 'coalizione' e 'coabitazione'. E' arrivato alla scelta di Barnier dopo avere vagliato una serie di possibilita'. Bocciata subito la candidata della sinistra riunita nel Fronte Popolare Lucie Castets, che non avrebbe potuto contare su una maggioranza e avrebbe cercato di smontare in breve le riforme macroniane, in primis quella delle pensioni, l'Eliseo aveva puntato senza successo, nell'ordine, su Bernard Cazeneuve a sinistra, Xavier Bertrand a destra, passando per il tecnico Thierry Beaudet, presidente del Consiglio economico, sociale e ambientale. Macron aveva convocato a sorpresa le elezioni legislative a sorpresa dopo la debacle al voto europeo per 'fare chiarezza'. Invece dalle urne sono usciti tre blocchi contrapposti, con il Fronte Popolare in testa (178 seggi), davanti al movimento presidenziale Renaissance (150 seggi) e al Rassemblement national di Marine Le Pen (143 seggi). Les Republicans hanno poi 39 deputati e Horizon (vicino a Macron) 6 deputati. La 'mozione di censura' deve essere adottata dalla maggioranza assoluta, cioe' 298 voti. Barnier dovrebbe contare sul sostegno di Renaissance, ma senza grossi entusiasmi.

'Porteremo le nostre esigenze di fondo, senza assegni in bianco', si precisa dal partito. 'E' molto apprezzato dai deputati di destra senza che irriti a sinistra', si spiega del resto nel campo di Macron. Qualcuno spiega che Barnier e' 'il minimo comune multiplo' possibile nelle attuali condizioni e che data l'eta' non impaurisce chi gia' si scalda a bordo campo in vista del voto per l'Eliseo nel 2027.

Il Fronte Popolare gia' grida allo scandalo e accusa Macron di non rispettare con questa nomina 'la sovranita' popolare' e 'le scelte emerse dalle urne', come ha detto Mathilde Panot, capo dei deputati di La France Insoumise. "L'elezione e' stata rubata ai francesi", ha tuonato il leader Jean-Luc Melenchon, mentre secondo il capo dei socialisti Olivier Faure, la Francia sta "entrando in una crisi di regime'. Per la leader degli Ecologisti, Marine Tondelier, Macron ha deciso di 'sottomettersi' a Marine Le Pen. Il partito di estrema destra di Le Pen, dopo avere minacciato la sfiducia immediata su Cazeneuve e Bertrand, ha per ora dichiarato che valutera' le proposte del premier prima di esprimersi. Il capo di Rn Jordan Bardella e Le Pen hanno assicurato giovedi' che il loro partito giudichera' Michel Barnier sul suo "discorso di politica generale", prima di decidere sulla censura. 'Chiederemo che le grandi emergenze francesi, potere d'acquisto, sicurezza, immigrazione, siano finalmente affrontate, e ci riserviamo qualsiasi mezzo politico di azione se cosi' non sara'', ha affermato Bardella su X. Se superera' lo scoglio della fiducia, Barnier avra' una 'mission' ancora piu' ostica, quella di rimettere in sesto i conti pubblici. Per rispettare le regole europee, si stima che siano necessari risparmi di oltre 100 miliardi di euro in quattro anni. Come riferisce 'Les Echos', in base ai documenti di bilancio inviati ai parlamentari lunedi' sera, il deficit rischia di salire al 5,6% quest'anno (contro il 5,1% previsto) e se non si prendono misure correttive andra' al 6,2% l'anno prossimo, per arrivare al 6,5% nel 2027, contro il 3% promesso ai partner europei. Un cocktail di tagli e nuove imposte sembra inevitabile e l scelta del mix ricadra' sul nuovo Governo.

Gli-col

(RADIOCOR) 05-09-24 17:21:04 (0494) 5 NNNN

 


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