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Eurogruppo: nessun impegno su debito comune per progetti green Ue nella lettera ai leader -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 14 ott - Complessivamente per finanziare i progetti per la transizione verde, che resta una delle priorita' della Ue, sarebbero necessari secondo il conto ulteriormente accreditato dal rapporto Draghi investimenti addizionali di 450 miliardi (300 miliardi per le tecnologie pulite, 150 miliardi per il trasporto incluse le infrastrutture di ricarica). A questi si aggiungono 150 miliardi per la transizione digitale, 50 miliardi per sicurezza e Difesa, 100-150 miliardi per incremento produttivita' attraverso l'innovazione tecnologica. In totale 750-800 i miliardi l'anno fino al 2030, aggiuntivi ai programmi esistenti. Chi sta ragionando a livello tecnico per avanzare idee piu' precise tiene conto di una ripartizione fra investimenti privati e investimenti pubblici tre quarti/un quarto.

Il tema della ripetizione del modello NextGenerationEU divide i governi: se e' vero da un lato che l'operazione Pnrr fondata su debito comune non e' ancora conclusa e non si possono trarre giudizi fondati sulla sua riuscita, dall'altro lato si conferma la linea che per ora la Ue agisce nel quadro degli strumenti attuali, dal bilancio Ue all'intervento della Banca europea degli investimenti.

Nella lettera Donohoe in ogni caso indica che sulla questione del finanziamento con la priorita' sul modo di attrarre gli investimenti privati perche' sostengano per la gran parte l'operazione 'transizioni', 'stiamo attualmente perfezionando le nostre opinioni condivise per presentarle come posizione comune dell'Eurogruppo'.

La discussione dei ministri dell'area euro prosegue da diverso tempo. Si scommette sul rilancio dell'unione del mercato dei capitali, ma si tratta di un lavoro di lunga lena che presuppone uno scatto nell'armonizzazione normativa in ambiti chiave (le norme fallimentari per esempio). Donohoe informa che si e' svolto un intenso lavoro a livello tecnico per scambiare le migliori pratiche e condividere iniziative nazionali per 'andare avanti con una serie di misure: lo sviluppo del mercato della cartolarizzazione, il rafforzamento del vantaggio della Ue della finanza sostenibile, l'armonizzazione mirata dei quadri contabili e la valutazione degli ostacoli a una migliore infrastruttura di mercato integrata'. I ministri ne discuteranno a novembre.

Sul tavolo ci sono proposte per lanciare la cooperazione tra gruppi di paesi per proporre ai risparmiatori un prodotto di risparmio Ue alle stesse condizioni (proposta francese) e per un rating autonomo della Ue per le pmi allo scopo di favorirne l'accesso a capitali di finanziamento (proposta spagnola). Proposte che sono state accolte con freddezza dalla maggioranza dei ministri perche' si preferisce 'procedere tutti insieme', ha indicato qualche giorno fa a Lussemburgo lo stesso Donohoe.

Un prodotto di risparmio comune a diversi Paesi richiederebbe un allineamento delle condizioni fiscali, prospettiva questa invisa a molti.

Passi di piombo sull'Unione bancaria: Donohoe dice che 'un numero crescente di ministri ritiene ci stiamo avvicinando al momento in cui dovremmo intensificare i nostri sforzi' per farla progredire. Due le questioni sul tavolo. A parte le questioni della gestione delle crisi bancarie e il ruolo dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi attualmente sotto negoziato finale tra i co-legislatori, resta sospesa la questione del sistema di assicurazione europeo dei depositi bancari. Poi c'e' sempre la questione del 'backstop' per la risoluzione bancaria, il salvagente finanziario di ultima istanza: ancora non c'e' perche' si tratta di uno strumento previsto dal trattato del Meccanismo europeo di stabilita' che e' stato modificato e ratificato da 19 Stati ma non dall'Italia. Che finora non ha dato segni di aver cambiato idea.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 14-10-24 19:30:31 (0631) 5 NNNN

 


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