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Confindustria Moda: necessari sia misure immediate sia interventi a medio-lungo periodo -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 07 ago - 'Il nostro comparto, composto da circa 11.500 aziende per un fatturato complessivo pari a circa 33 miliardi di euro l'anno, vive un momento complesso che ci porta a dover affrontare situazioni per certi aspetti inesplorate. Per dar voce a quello che chiedono le aziende abbiamo partecipato al Tavolo Moda plenario del 6 agosto ma anche a tutti quelli di segmento che l'hanno preceduto, coordinati dalla consigliera Elena Lorenzini. In riunioni costruttive abbiamo illustrato le problematiche legate ai fenomeni inflattivi, all'incremento dei tassi d'interesse da parte della Bce quale misura macroeconomica adottata per raffreddare la curva: oggi, gli oneri finanziari per molte imprese sono diventati insostenibili (Euribor 3M e' pari a 3,705% al 26 luglio 2024, superiore di oltre 4 punti al dato di soli due anni fa) e la crisi in atto ha determinato un deterioramento del ciclo del capitale circolante', illustra Sequi, spiegando che 'questa situazione sta soffocando le imprese e, unita a un contesto geopolitico difficile con due guerre alle porte dell'Europa e ripercussioni anche in Italia, sta rischiando di farci perdere quel manufatturiero di cui andiamo giustamente fieri.

Le aziende non ce la fanno e rischiano di chiudere'. Inoltre, i dati confermano le preoccupazioni espresse dalla Federazione: nei primi 4 mesi dell'anno, il comparto accessori moda ha registrato un calo dell'export del -7,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per Confindustria Moda, e' inoltre da escludere una ripartenza nel breve periodo: le anticipazioni di Istat relative al mondo della pelle mostrano in maggio una nuova sensibile diminuzione delle vendite all'estero (nell'ordine del -10% su maggio 2023) che potrebbe portare il cumulato dei primi 5 mesi attorno al -8,5% sul periodo gennaio-maggio dello scorso anno. Il crollo repentino nei livelli produttivi, gia' in corso negli ultimi mesi 2023, ha portato inoltre a una brusca impennata nel ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Nei primi 6 mesi dell'anno, infatti, c'e' stato un aumento nel numero di ore della Cig autorizzate pari al +138,5% (sono state autorizzate poco meno di 18 milioni di ore contro i 7,5 milioni di gennaio-giugno dello scorso anno). I livelli attuali - inferiori negli ultimi 15 anni solo alle autorizzazioni record del primo semestre del 2020 e del 2021 di piena emergenza pandemica - risultano 4 volte e mezzo superiori a quelli di gennaio-giugno 2019 pre-pandemia (+351,1%) e del +15,4% rispetto a quelli dei primi 6 mesi del 2010, durante la crisi economica mondiale.

Com-Fla-

(RADIOCOR) 07-08-24 11:56:52 (0294) 5 NNNN

 


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