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Competitivita': Ocse, in Italia quadro normativo e' migliorato, supera la media - FOCUS

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 lug - L'Italia ha fatto passi avanti nella normativa a favore della competitivita' e si mantiene su posizioni leggermente sopra la media dei Paesi avanzati, anche se resta staccata dal top, con alcune evidenti lacune. E' quanto emerge dagli indicatori dell'Ocse sulla Regolamentazione del Mercato dei Prodotti (Pmr), che valutano che l'allineamento del quadro normativo di un Paese con le migliori pratiche internazionali sotto il profilo del 'competition friendly'. Come sottolinea un rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), se i mercati dei prodotti e dei servizi sono competitivi, possono aumentare la produttivita', l'occupazione e il tenore di vita. L'indicatore Pmr dell'Ocse misura le distorsioni della concorrenza che possono essere indotte dalle barriere all'ingresso e all'espansione affrontate dalle imprese, nonche' dal coinvolgimento dello Stato nell'economia. Piu' si avvicina allo zero e minori sono le barriere normative. Nel caso dell'Italia nel 2023-2024, l'indice risulta di 1,19, lo stesso livello della Germania e piazza la Penisola al sedicesimo posto sui 48 Paesi presi in considerazione (i 38 aderenti all'Ocse piu' i principali emergenti), con qualche lunghezza di vantaggio sulla media Ocse, che e' di 1,34. Nel 2018-2019 l'indicatore italiano era a 1,26 contro l'1,49 medio Ocse. Il Paese con la regolamentazione piu' 'competition friendly' risulta la Lituania con 0,80, seguita da Svezia (0,85), Irlanda (0,88), Gran Bretagna (0,91), Olanda 0,95), Estonia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Polonia. All'11esimo posto si trova la Francia con 1,09, mentre la Spagna e' quindicesima con 1,18. Solo 36esimi gli Usa con 1,58. Il plotone di coda e' formato da India (2,20), Brasile (2,23), Cina (2,54), Turchia (2,55) e Sud Africa (2,75). Secondo il rapporto, l'Italia potrebbe trarre vantaggio soprattutto da un migliore coinvolgimento delle parti interessate (gli stakeholders) nel processo di consultazione normativa e da una maggiore trasparenza nel rapporto tra lobbisti e politici. Inoltre, mentre le barriere tariffarie sono basse, le barriere agli investimenti diretti esteri e alla facilitazione degli scambi commerciali rimangono elevate. Anche la portata della proprieta' statale nell'economia e' piuttosto ampia, sebbene la governance delle imprese statali sia in linea con le migliori pratiche dell'Ocse volte a garantire condizioni di parita' con le imprese private. In materia di licenze e permessi, un fronte che puo' essere complicato per le imprese, il regime italiano e' abbastanza ben allineato alle migliori pratiche, scrivono gli esperti dell'Ocse, gratificando la Penisola con un'ottava posizione nella classifica di categoria. Da rilevare, in questo caso, il primo posto dell'Ungheria. La regolamentazione (o meglio le sue lacune) delle attivita' di lobbying vede, per contro, l'Italia in una posizione peggiore rispetto alla media Ocse, per quanto in folta compagnia. Come nota lo studio, molti Paesi non dispongono ancora di norme adeguate che garantiscano trasparenza e responsabilita' nelle interazioni tra funzionari pubblici e gruppi di interesse. In Italia, sebbene esistano norme che affrontano i conflitti d' interesse e che impongono ai funzionari pubblici di osservare un periodo di 'raffreddamento' quando lasciano l'incarico, ci sono pochissimi obblighi di divulgazione riguardanti le loro interazioni con i lobbisti. Questa mancanza di regolamentazione puo' favorire le attivita' di lobbying delle aziende piu' grandi, a svantaggio delle aziende piu' giovani e piu' piccole. Nel campo della regolamentazione dei servizi, il rapporto nota che il quadro normativo nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni elettroniche in Italia e' piuttosto favorevole alla concorrenza, mentre potrebbero essere adottate ulteriori misure per ridurre le barriere normative all'ingresso e alla concorrenza nella distribuzione al dettaglio e nella vendita al dettaglio di medicinali. Allo stesso modo, le attivita' professionali sono regolamentate in modo piu' rigoroso rispetto all'economia media dell'Ocse, ad eccezione dei notai e degli avvocati, indica il rapporto. Infine per il quadro normativo dei mercati digitali, l'Italia 'partecipa agli sforzi della Ue di valutare e fare fronte alle numerose sfide per la concorrenza sollevate dallo sviluppo di questi mercati'. Questo consente alla Penisola di essere tra i Paesi meglio posizionati su questo fronte, sempre piu' delicato, ampio e in continua evoluzione.

Gli-col

(RADIOCOR) 14-07-24 16:30:52 (0368) 5 NNNN

 


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