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Auto: Duse (AlixPartners), Cina disruptor settore, quota globale a 33% in 2030 -2-

Entro 2030 conquisteranno 12% mercato europeo (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 02 lug - Secondo AlixPartners, inoltre, entro il 2030, le case cinesi conquisteranno il 12% del mercato europeo, raddoppiando la loro quota del 2023. 'Oltre a vantaggi di costo, i produttori cinesi, in particolare i nuovi player NEV, hanno anche un diverso approccio allo sviluppo prodotto, utilizzando meno il costoso testing 'fisico' rispetto alla validazione in 'virtuale', riducendo i cicli di approvazione e validazione e realizzando in meta' del tempo rispetto ai costruttori tradizionali (soli 20 mesi rispetto a 40) un prodotto che e' 'good enough' per andare sul mercato', ha detto Emanuele Cordone, director Automotive e Industrial di AlixPartners.

L'aggiornamento via software in remoto, cosiddetto Ota, over the air, viene utilizzato in modo estensivo dai costruttori cinesi per completare lo sviluppo dopo che il veicolo e' uscito dal sito produttivo - nell'ultimo anno gli aggiornamenti Ota delle startup Ev cinesi per modello sono stati 40, rispetto a soltanto 2 per i costruttori tradizionali". Come emerge dal report, produttori cinesi come BYD sono inoltre molto piu' verticalmente integrati, con il 75% dei componenti sviluppati e prodotti internamente tramite Business Unit focalizzate sui principali componenti che servono anche il mercato esterno per beneficiare della scala.

'Ci aspettiamo che le nuove barriere doganali diano ulteriore impulso a nuove localizzazioni da parte degli OEM cinesi in Europa, a partire dalle iniziative gia' annunciate o in discussione per un totale tra 500 mila e un milione di veicoli all'anno. Stabilire nuovi dazi potrebbe consentire di guadagnare tempo, ma nel medio e lungo periodo servira' supportare l'ottenimento di competitivita' e di leadership tecnologica per evitare che i dazi siano controproducenti', ha aggiunto Fabrizio Mercurio, director della practice Automotive & Industrial di AlixPartners. La supply chain esistente potrebbe in qualche caso venire minacciata da nuovi fornitori che si localizzeranno seguendo i costruttori, "ma dall'altro potrebbe servire i nuovi OEM cinesi, da sola o con delle partnership poiche' ci sono componenti nell'auto che non e' economicamente e ambientalmente sostenibile importare da lontano", ha detto Duse, spiegando che "le partnership internazionali hanno gia' dimostrato di contribuire al progresso della filiera italiana, il 23% delle aziende della filiera italiana e' infatti di proprieta' di gruppi internazionali che generano meta' del fatturato e un terzo di queste sono gia' attive nell'elettrico".

Ars

(RADIOCOR) 02-07-24 15:23:49 (0490) 5 NNNN

 


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