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Borsa: petroliferi in sofferenza su timori domanda greggio, a Milano giu' Saipem (-1,2%)

Male anche Eni (-0,9%) nonostante accordo in Azerbaigian (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 06 set - L'estensione a fine novembre dei tagli alla produzione da parte di otto membri dell'Opec+ non e' bastata a dissipare i dubbi sulla debolezza della domanda del greggio. A farne le spese oggi sono i titoli petroliferi a Piazza Affari (Ftse Mib -0,43%), con Saipem che cede l'1,24%, Tenaris lo 0,88%. Giu' anche Eni (-0,87%), nonostante l'intesa siglata alla vigilia con la societa' energetica statale azera Socar su sicurezza energetica, riduzione delle emissioni e produzione dei biocarburanti. Nel dettaglio ieri Arabia Saudita, Russia, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman hanno annunciato che riapriranno i rubinetti dell'oro nero solo dopo il 1 dicembre 2024, rimandando i piani di aumento della produzione di 180mila barili al giorno previsti inizialmente per ottobre. L'obiettivo e' arginare i pesanti cali dei prezzi del greggio, precipitati ai minimi da oltre un anno. La ripresa avverra' 'gradualmente su base mensile' e i Paesi si riserveranno il diritto di 'sospendere gli aggiustamenti o invertirli se necessario'. Subito dopo la notizia, le quotazioni del petrolio si sono impennate di quasi il 2%, salvo poi ritracciare. Al momento sui mercati prevale la cautela, con il Wti a 69,4 dollari (+0,4%) e il Brent a 73 dollari (+0,4%). 'Sebbene il rinvio dell'aumento di produzione riduca le possibilita' che il mercato petrolifero raggiunga un'eccedenza nel quarto trimestre 2024, e' improbabile che allenti le preoccupazioni sulla debolezza della domanda nel 2025', spiegano gli analisti Anz Research.

A preoccupare e' soprattutto la tenuta dell'economia della Cina, secondo consumatore mondiale e principale motore della crescita della domanda di greggio, mentre negli Usa, a ogni dato macroeconomico, riaffiorano i timori per una recessione dell'economia. Alcuni fattori come le scorte commerciali americane - scese di quasi 7 milioni la scorsa settimana - o la decisione dell'Opec+, o ancora la recente interruzione delle forniture in Libia 'sono di supporto ai prezzi a 70-72 dollari del Brent', afferma Citigroup. La banca vede pero' 'una discesa verso i 60 dollari nel 2025, quando emergera' una notevole eccedenza di mercato'.

Cog-

(RADIOCOR) 06-09-24 10:27:04 (0221)ENE 5 NNNN

 
Titoli citati nella notizia
Nome Prezzo Ultimo Contratto Var % Ora Min oggi Max oggi Apertura
Eni 13,988 -1,49 17.35.14 13,982 14,192 14,14
Saipem Risp Cv
Tenaris 12,885 -1,38 17.36.20 12,84 13,05 13,00


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