Borsa: Mps (-4,4%) tra dubbi su quota Mef e sentenza su rimborso bond subordinati

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 03 set - Mentre gli occhi del mercato sono puntati su un'eventuale cessione di un terzo pacchetto di quote da parte del Mef, in casa Mps si registra anche una sentenza sfavorevole all'istituto in uno dei tanti contenziosi che pesano sulla banca. Vicende che fanno sentire i suoi effetti anche a Piazza Affari, dove le azioni di Rocca Salimbeni registrano le perdite maggiori sul Ftse Mib con un rosso del 4,4%.

Il primo nodo e' quello del Mef. Gli impegni presi con Bruxelles, infatti, prevedono la discesa almeno sotto al 20% entro fine anno (dal 26% attuale), con il rischio - secondo alcuni - che la banca diventi oggetto di un'opa da parte della concorrenza. Da qui l'ipotesi di un'alleanza sul fronte assicurativo, anche se Unipol fin qui si e' sempre chiamata fuori.

Le novita' sono pero' anche sul lato giudiziario. Stavolta si tratta di una sentenza della Corte d'appello di Firenze, pubblicata a inizio agosto, che ha reso felici gli investitori in obbligazioni subordinate di Mps finite sotto la mannaia del cosiddetto 'burden sharing' nel 2017 (cioe' convertite in azioni in occasione del salvataggio pubblico della banca). La sentenza del 6 agosto scorso interviene cosi' su uno dei contenziosi che ancora pesano sull'istituto, anche se in questo caso si tratta di un capitolo di scarso rilievo numerico: la semestrale Mps indica che il 'petitum' complessivo, per il contenzioso sui bond subordinati, e' pari a 33,3 milioni alla fine di giugno scorso con fondi stanziati dalla banca per 14,4 milioni.

La sentenza, secondo la ricostruzione fatta da Francesco Giordano dello studio legale Lexopera, ha stabilito che la banca senese non ha fornito prova di aver dato a suo tempo specifica informazione ai clienti sul carattere subordinato di questi bond. Non solo. La Corte d'appello di Firenze, aggiunge il legale, nella quantificazione del danno ha utilizzato il criterio piu' favorevole ai possessori di questi bond. In sostanza, ha calcolato le quotazioni correnti del titolo Mps al momento della sentenza - quindi a inizio agosto - e non le quotazioni risultanti alla data della conversione in azioni dei bond (nel 2017). I contenziosi con gli ex bondholder di Mps non riguardano, nella maggior parte dei casi, risparmiatori retail. Questi ultimi, infatti, beneficiarono dell'offerta pubblica di transazione e scambio promossa all'epoca dalla banca sulla base del decreto legge sul burden sharing.

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(RADIOCOR) 03-09-24 16:43:20 (0415) 5 NNNN